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La riorganizzazione del Sistema sanitario provinciale è un tema fortemente dibattuto negli ultimi mesi, con toni fin troppo accesi. Il Collegio degli infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici d'infanzia di Trento (IPASVI) è fermamente convinto che si debba e si possa garantire un Sistema sanitario qualitativamente valido e sicuro, pur in un momento storico di ristrettezze economiche.
«Non c'è più tempo da perdere. La chiave è avere il coraggio di fare scelte, anche forti, capaci di avere un impatto reale e concreto sulla salute pubblica; scelte realizzate anche grazie al coinvolgimento di tutti i professionisti della salute, garantendo così che 'fa chi sa fare'», spiega la presidente del Collegio IPASVI, Luisa Zappini.
«Non giova, quindi, avere la professione medica come unica interlocutrice, perché così si ha una visione limitata che non aiuta a identificare i veri problemi e men che meno a trovare soluzioni appropriate. Il focus deve rimanere sul cittadino».
In quest’ottica, il Collegio IPASVI da anni sta proponendo all'assessorato provinciale competente l'istituzione dell'Infermiere di famiglia, figura in grado di accompagnare il cittadino nel suo percorso di salute e di malattia. 

La presidente della Consulta provinciale della salute, Annamaria Marchionne, nelle sue sollecitazioni rivolte al mondo della politica, ha giustamente fatto notare la frammentarietà dell'assistenza sul territorio. L'istituzione dell'Infermiere di famiglia garantirebbe la continuità, diventando un ingranaggio chiave nella rete dei servizi, un ponte tra famiglia e istituzioni, una figura in grado di rispondere in modo mirato, efficace, efficiente e sicuro ai bisogni socio-sanitari del cittadino.
Con la popolazione anziana in continuo aumento, i tempi di degenza in ospedale sempre più ridotti e i bisogni di salute emergenti (si pensi alla disabilità, alle pluripatologie, alla cronicità, alle nuove dipendenze ecc.), è fondamentale pensare all'adozione di nuovi modelli organizzativi per la sanità, dove i professionisti, in primis infermieri e medici, possano lavorare in sinergia, per il cittadino.
Il progetto proposto dal Collegio IPASVI prevede la presenza in ambito territoriale di un infermiere con le competenze necessarie per prendere in carico paziente e famiglia nell'ambito del domicilio, in collaborazione con il medico di medicina generale e con altre professionalità, formando un team multidisciplinare e multi-professionale, come già accade in altre Regioni d’Italia, nel resto d’Europa e Oltreoceano.
Questa presa in carico globale da parte dell'Infermiere di famiglia permetterebbe contestualmente una razionalizzazione della spesa, con riduzione degli sprechi e valorizzazione delle risorse, senza dover ricorrere a dannosi tagli lineari e assicurando, al contempo, nuove prospettive di sviluppo professionale.
Redazione Trento, 13/02/2016

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