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Gestione del dolore cronico al domicilio

RICONOSCERE IL DOLORE PER UN CORRETTO IMPIEGO FARMACOLOGICO AL PROPRIO DOMICILIO.

il dolore è un’ esperienza soggettiva che dipende da componenti sensoriali e percettive nonché da quelle emotive e socio-culturali. Difficilmente l’ esperienza è semplificabile in un’ unica valutazione del dolore e spesso si rischia di sottovalutare o ignorarne la manifestazione.

Una valutazione del dolore quanto più oggettiva possibile è necessaria per poterlo riconoscere, imparare a gestire e migliorare la qualità della propria vita.

L’ utilizzo di un strumento di valutazione è sicuramente un modo efficace per avere una visione obiettiva dell’ intensità del sintomo e provvedere ad una adeguata automedicazione.

Esistono diversi tipi di scale di valutazione del dolore divise principalmente in due grossi gruppi: uno più orientato alla pratica clinica (le scale multidimensionali) e uno di più facile e largo utilizzo anche in ambiente domiciliare (le scale unidimensionali).

Le scale unidimensionali ( le più usate sono VAS, NRS, VRS), misurano solo l’ intensità del dolore e per la facilità di utilizzo sono un ottimo sistema di autovalutazione e trovano largo impiego anche nel settore domiciliare soprattutto in presenza di anziani, bambini e disabili.

La VAS (scala visiva analogica) è rappresentata da una retta di 10 cm con due estremità che corrispondono a “nessun dolore” e “massimo dolore”. Quantifica ciò che si percepisce come dolore o come sollievo, nel complesso, senza rintracciare quale componente abbia un ruolo maggiore. Può essere impiegata, per esempio, su persone con stato cognitivo conservato ma difficoltà nel linguaggio in quanto possono indicare con un dito il dolore percepito a quale punto della linea si trova.

La VRS (scala verbale) ripropone sempre una linea di 10 cm in cui la scelta viene facilitata (ma … anche condizionata) dalla presenza di aggettivi che quantificano il dolore: nessuno, molto lieve moderato…molto forte.

La NRS (scala numerica) è una scala da 0 a 10 in cui 0 corrisponde all’assenza di dolore e 10 al massimo di dolore immaginabile.

Per i bambini d’ età compresa tra i 3 e gli 8 anni, il sistema di valutazione più impiegato è la Wong-Baker FACES Pain Raiting Scale. Si basa sull’ indicazione da parte del bambino di una faccia, tra le sei proposte, in cui si rispecchia in quel momento, ovvero che rappresenta l’ intensità del dolore che sta provando.

Come sopra citato, il dolore rappresenta un sintomo soggettivo ma che va attentamente valutato dall’ operatore sanitario o dal familiare che si prende in carico il paziente anche attraverso una serie di utili accorgimenti dati da ulteriori segni come assenza o presenza di sudorazione, colore della cute, mimica facciale, ecc.

Una corretta e attenta valutazione è utile al fine di attuare una specifica e mirata terapia antalgica soprattutto laddove il dolore rappresenta un chiaro sintomo limitativo per lo svolgimento delle normali attività quotidiane, o, nel caso del paziente terminale, per un sereno accompagnamento al fine vita.

Nel documento sugli errori nella terapia farmacologica dell’ Institute of Medicine statunitense, il primo timore dei pazienti ospedalizzati è di ricevere il trattamento sbagliato e il secondo di ricevere due o più farmaci che interagiscono tra di loro negativamente.

Secondo la letteratura l’ errore da farmaci è in aumento. Tra le morti non naturali negli Stati Uniti dal 1983 al 1993 solo i decessi per errore farmacologico hanno avuto un aumento di tre volte; i decessi sono aumentati soprattutto per errori a domicilio (da 172 casi a 1.459!), dove il controllo è minore.

I farmaci più spesso implicati sono appunto gli antidolorifici e gli antinfiammatori (FANS), ormai da diverso tempo di facile accesso in quanto acquistabili anche nelle parafarmacie senza obbligo di ricetta medica.

In Italia non ci sono dati certi sull’ errore di somministrazione soprattutto a domicilio in quanto eventi avversi o errori di somministrazione spesso non vengono denunciati o segnalati neppure al medico curante, soprattutto nei casi di automedicazione.

La corretta informazione rappresenta ancora una volta il trampolino di lancio per un’ efficace gestione della terapia a domicilio. Il medico prescrittore e l ‘operatore sanitario che si prendono in cura il malato hanno il dovere di valutare attentamente l’ assistito anche per quanto riguarda il suo stato cognitivo ed eventualmente nominare ed istruire un familiare (care giver) nella gestione della terapia farmacologica.

I prodotti definiti “da banco”, come il più usato e discusso PARACETAMOLO, devono comunque essere somministrati con cautela segnalando eventualmente con una diaria giornaliera l’ orario di massimo dolore e il momento di impiego,  in modo da avere una corretta visione delle fasce di orario in cui i farmaci sono stati somministrati.

I Centri Antiveleni (il cui numero è reperibile nelle  ASL di appartenenza), rimangono ancora il riferimento in caso di esposizione accidentale, reazione avversa, errori terapeutici o automedicazione incongrua. I dati rilevati dai Centri Antiveleni risultano di particolare interesse non solamente per contribuire all’ identificazione delle reazioni avverse , ma anche per individuare e caratterizzare modalità di uso e di conservazione dei farmaci improprie da parte delle persone. Inoltre, permettono di acquisire elementi informativi per valutare la sicurezza dei farmaci immessi in commercio in riferimento alle diverse formulazioni disponibili, alle loro eventuali modifiche, a denominazioni e modalità di confezionamento, con particolare attenzione alle fasce deboli della popolazione ( in particolare la prima infanzia e l’ età geriatrica).

 

Autore: Francesca Perego

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