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Insulti e Aggressioni nei Pronto Soccorso

Fenomeno in aumento: il 70 per cento di casi in più in Italia, l’insofferenza ora è un problema

 


Infermieri sotto pressione, medici e personale sanitario che prendono botte dopo critiche, parole grosse e pesanti durante il lavoro svolto, sono all’ordine del giorno. Non se ne può più, dicono gli infermieri del Pronto Soccorso di Varese, quando va male, qualcuno alza le mani o tira calci per i tempi di attesa. un recente sondaggio condotto su cinquemila persone a livello nazionale dice che il trend delle aggressioni è in crescita esponenziale, se verranno confermati i numeri dei primi mesi dell’anno 2017. Questa crescita è destinata a toccare quota 80% rispetto al 2016. “Le aggressioni verbali sono quotidiane e sempre più crescenti, passano dal 41% nel 2013 al66% del 2016 ed ad agire in modo sconsiderato è la gente comune” dice un esponente del sindacato Nursid delle professioni infermieristiche. Una situazione infermale che non riguarda solamente i Pronto Soccorso, seppure più esposti, ma un problema di arroganza culturale dei pazienti e dei cittadini che si ripercuote negli ambulatori e nei reparti. Negli ospedali piccoli si moltiplicano i casi in tutta la Lombardia. I cittadini – pazienti pensano di sapere sempre di più, pretendono risposte immediate, non comprendono il perché di alcune scelte nella gestione dei pazienti. Ma cosa si può fare per ovviare all’intasamento dei PS? Sul territorio esistono ambulatori infermieristici che potrebbero fungere da primi avamposti detti See and Treat: si tratta di un modello che deriva da un sistema organizzativo inglese “Vedi e Cura”  dove gli stessi infermieri accuratamente formati e in base alle loro competenze scientifiche sono in grado di gestire e dare una risposta a delle problematiche cliniche di natura minore e che quindi non richiedono accertamenti diagnostici e strumentali. Qui subentra in gioco la rete nazionale degli infermieri liberi professionisti che con la loro APP, Il Tuo infermiere, potrebbero evitare lunghe ed estenuanti attese ai fenomeni di cwouding e overcrowding in Pronto Soccorso di tutti i maggiori centri cittadini. Ma chi è l’infermiere che opera nella rete nazionale Il Tuo Infermiere? E’ quell’infermiere che ha deciso di fare la libera professione e che si mette in gioco nel suo territorio facendosi trovare con un clic attraverso la APP che è scaricabile gratuitamente su tutto il territorio nazionale. Gli infermieri di questa rete, sono persone molto motivate e preparate, offrono dei servizi esclusivi e raggiungono i propri assistiti quando realmente ve ne è la necessità. Riescono a monitorare il loro territorio e i loro pazienti restando in contatto coi caregiver che hanno saputo formare attraverso un’educazione sanitaria costante e continuativa. A Varese e Como la rete infermieristica funziona molto bene e risponde benissimo alle necessità territoriali. Ma quanti conoscono la APP tra i cittadini? Quanti tra gli operatori sanitari pubblici consigliano di chiamare da casa con un clic? Si cercano sempre soluzioni impossibili quando a portata di mano la soluzione è lampante: Gli infermieri di Famiglia di Varese e Como sono pronti a prendersi cura dei pazienti più fragili aiutando i MMG (medici di medicina generale) a trovare soluzioni di cura più efficaci e dignitose per quei pazienti anziani e fragili che necessitano di cure domiciliari. Anche in altre parti d’Italia la rete prende forma, così a Salerno e Battipaglia, a Ragusa, La Spezia, Bari, Genova, Agrigento, Roma, Pordenone, Treviso, Venezia…. e tanti altri luoghi dove Infermieri che esercitano la libera professione si mettono a disposizione dei loro cittadini.

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